Il territorio emiliano-romagnolo

Comacchio: Un tesoro da non perdere

La storia di Comacchio è legata all'evoluzione morfologica ed idrografica del territorio ed al progressivo avanzamento della linea costiera, dovuto agli apporti alluvionali del Po: questi fattori hanno profondamente influenzato la connotazione di quest'area.
I primi insediamenti risalgono al VI secolo a. C. quando vi si stabilì una popolazione etrusca, fondando la città di Spina. Dopo il declino di Spina, nel III secolo a.C., non ci sono testimonianze di abitati, fino all'età tardo romana, alla quale risalgono alcune ville i cui resti furono scoperti in seguito alla bonifica delle valli. Recentemente è stata rinvenuta in Valle Ponti un'imbarcazione romana con tutto il carico a bordo, alla quale è stato dato il nome "Fortuna Maris".
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il territorio comacchiese entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna e poi del Regno Longobardo. Se si fa riferimento ai primi insediamenti, il toponimo potrebbe derivare dal greco "Kuma" = onda, attestato nella voce altomedioevale "cumaculum" = piccola onda, ma un'altra interpretazione lo riconduce a "commeatulus" = raduno di navi.
Sconfitti e cacciati i Longobardi, Carlo Magno donò la città lagunare alla Chiesa. L'importanza strategica di Comacchio nella produzione e commercio del sale, fece scoppiare nel 866 la guerra contro Venezia che durò per secoli.
Divenne, poi, libero Comune, e nel 1325 fece atto di dedizione ai Duchi d'Este, che da quel momento governarono e gestirono i profitti delle valli. Alla fine della signoria estense, nel 1598, Comacchio fece parte dello Stato Pontificio, fino all'unità d'Italia.

 Modello disegno naveModello e disegno della nave romana di Valle Ponti (Comacchio - Ferrara)

Tre Ponti
Disegno con i "Tre Ponti" di Comacchio (Ferrara)
  • Istituto di Istruzione Secondaria di primo grado "A. Zappata", Comacchio (Ferrara)

    Direzione Didattica di Argenta (Ferrara)

    Istituto Comprensivo di Mesola (Ferrara) Scuola Primaria "A. Manzoni"
Disegno(disegno del territorio argentano nel Medioevo, completamente sommerso) 

Acqua nemica.
Acqua che danneggia la vita.
L'uomo è costretto bonificare
Se la malaria vuole evitare.
Acqua che allaga,
acqua che inonda
e sommerge pure la sponda.
Acqua, acqua, acqua.
Acqua qua,
acqua là,
anche la pieve nell'acqua sta.


Saiarino
Saiarino

L'uomo e l'acqua

Le classi quinte della scuola elementare di Argenta hanno studiato l'evoluzione storicogeografica e scientifica del loro territorio, per cercare di scoprire, capire e conoscere la morfologia dell'ambiente, la vita vegetale e animale e gli interventi dell'uomo che si sono succeduti nel tempo.
La pianura infatti è stata creata dalle alluvioni del Po e dei fiumi appenninici che hanno depositato sabbia e limo. La pianura, col passare dei secoli si è coperta di vegetazione.
L'uomo ha disboscato per costruire e coltivare. E' iniziata la secolare sfida contro gli elementi naturali: l'uomo separa la terra dalle acque.
Opere di bonifica degli Estensi: la bonifica per colmata (disegno), per scolo naturale (disegno), per scolo meccanico: le Porte Vinciane (disegno e fotografia della Torre dell'Abate).
Nonostante i molti sforzi operati dall'uomo per arginare i fiumi, spesso avvennero inondazioni.

Le grandi bonifiche del ‘900 comportarono la costruzione di una innumerevole quantità di manufatti e chiaviche ed il movimento di circa 12 milioni di mc di terra per la costruzione di 858 Km di canali.
Il territorio venne suddiviso in "terreni alti" a scolo naturale e "terreni bassi" a scolo meccanico con idrovore azionate da motori elettrici.
Saiarino (foto), è stato il primo grande impianto idrovoro, con 6 pompe che sollevano le acque della pianura per immetterle nel Reno o per "parcheggiarle" in grandi casse di espansione quando il fiume, in piena, non è in grado di riceverle ( disegno delle "casse" di Campotto, Vallesanta e Bassarone).

Disegno bonifica
Opere di bonifica degli Estensi: la bonifica per colmata (disegno), per scolo naturale (disegno)

Porte vinciane
Opere di bonifica degli Estensi:per scolo meccanico: le Porte Vinciane (disegno e fotografia della Torre dell'Abate).

disegno casse Campotto
( disegno delle "casse" di Campotto, Vallesanta e Bassarone).

Boscone

Il boscone della Mesola e di Santa Giustina

Il boscone della Mesola e di Santa Giustina

In passato nel territorio deltizio esistevano ampie distese di boschi; in seguito buona parte di queste foreste furono distrutte per l'utilizzo di legname. Nel Basso Ferrarese esistono attualmente alcuni relitti di questi antichi boschi: il Gran Bosco della Mesola o "Boscone" (1.058 ettari) e l'esiguo Bosco di S. Giustina o della Fasanara (circa 101 ettari).
Questi boschi si formarono presumibilmente nell'alto medioevo sui cordoni dunosi formati dal Po di Goro e dal Po di Volano presso la foce. In epoca Estense essi facevano parte di un'unica foresta ricchissima di selvaggina (caprioli, cervi, cinghiali e fagiani) che si estendeva dal mare sino al Castello della Mesola. Il Boscone della Mesola e il Bosco di S. Giustina si sono sviluppati sulla stessa struttura geomofologica e presentano identiche comunità vegetali. Il Boscone è demaniale mentre quello di S. Giustina è di proprietà della Regione Emilia Romagna. Sono entrambi gestiti dal corpo forestale dello Stato. I boschi sono insediati su cordoni litoranei, formati dopo il XII secolo in seguito all'avanzamento della linea costiera, e rappresentano il residuo di un grosso complesso di foreste litoranee che nel Medioevo si stendevano fino alla foce del Tagliamento.

Murales

Murales 2

Murales 3
I ragazzi realizzano i murales raffiguranti il Boscone della Mesola

Iniziativa Comunitaria Leader+ Misura 2.1 Azione 2.1a) "Cooperazione infraterritoriale"
Progetto: "Valorizzazione dell'immagine storico-culturale e promozione turistica del territorio del Delta del Po"
Azione A: Promozione culturale del Delta del Po "HeritagePromotion"