 |  |  |
|
Bonifica e latifondo
L'avvento delle macchine idrovore, dalla metà dell'Ottocento, ha impresso al territorio un radicale cambiamento; non più limitata dalle ridotte pendenze dei terreni e dei canali per lo scolo delle acque, la bonifica ha conquistato sempre nuove terre, a scapito del paesaggio.
La bonifica meccanica ha comportato l'intervento di enormi capitali, di conseguenza sulle terre bonificate si è affermato il latifondo. Ne è derivata una campagna caratterizzata da grandi spazi dalla geometria regolare, con lunghi canali e strade rettilinee, pochi alberi e una presenza abitativa assai ridotta. Le masse rurali inoltre sono state relegate da componente attiva del processo di produzione a semplici comparse di un lavoro stagionale: i braccianti. |

Disegno di una macchina agricola nell'insieme e in ogni sua parte, sec. XVIII. Rovigo Accademia dei Concordi
 CARLO MARCHI, Planimetria del tratto terminale del collettore padano polesano, 1901. Rovigo, Archivio di Stato |
|
"Mala aria" e "Malo cibo"
II Polesine e Ferrarese sono stati interessati nel passato da malattie endemiche quali la malaria, pellagra e tubercolosi, e nel Comacchiese una strana forma di lebbra. La malaria era diffusa da secoli nelle zone vallive e nell'area del Delta. Durante i lavori per il taglio di Porto Viro colpì molti lavoratori e tecnici, tra cui il provveditore al taglio Alvise Zorzi. È scomparsa solo dopo la seconda guerra mondiale, con l'uso massiccio e indiscriminato del DDT.
La pellagra era causata da una dieta monoalimentare legata al mais. Fenomeno raro fino all'Unità d'Italia, ebbe una forte diffusione dagli anni '70 dell'Ottocento, a causa dell'impoverimento della popolazione rurale; nel 1902 fu approvata una legge per la sua cura e prevenzione.
|

Zanzara anophele
|

EUGENIO PIVA, La rotta dell'Adige del 1882

Casa colonica in comune di Aserile (Adria Rovigo), disegno, 1898. Rovigo, Archivio di Stato |
Dalle "Boje" all'emigrazione
Dalla seconda metà dell'Ottocento si registrò un generale peggioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale. Questa era priva di istruzione, con un reddito precario, viveva in case malsane e le malattie erano assai diffuse. Nel 1869 fu introdotta la tassa sul macinato e nel 1882 abolito il vagantivo: il diritto di raccogliere erbe, di pescare e di coltivare le terre incolte. Questo favorì l'espansione della proprietà privata. Nel 1872 e 1879 il Ferrarese fu inondato dal Po e nel 1882 il Polesine fu devastato da una rotta dell'Adige. L'esasperazione favorì gli scioperi, anche violenti: il più importante fu "La Boje" nel giugno 1884. Al grido "La Boje! E de boto la va fora" (la pentola bolle e tra poco trabocca), la lotta si estese da Castelguglielmo a Loreo e dal 1885 al Mantovano. Intervenne l'esercito e in Polesine vi furono 220 arresti, 32 processi e 160 condanne. Tra il 1887 e il 1900 emigrarono dal Polesine circa 63.000 persone, il 30% della popolazione attiva.
|

Panorama Rotta del Po, 1872. Rovigo, Accademia dei Concordi

La boje in ISTITUTO ALCIDE CERRI, Campagne e società nella valle Padana di fine Ottocento, Bologna 1985 |
Idrovora di Codigoro (Ferrara), primi anni del '900

Idrovora di Ca' Vendramin, 1906. Rovigo, Archivio di Stato |
Navigazione sul Po, primi anni del '900

Navigazione sul Po, primi anni del '900 |

Ponte Scalon a Donada, fine '800. Rovigo, Archivio di Stato

Draga a Volta Grimana, fine '800. Rovigo, Archivio di Stato |
|