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Il Taglio
II progetto consisteva in uno scavo lungo circa 7000 metri che, partendo dall'argine destro del Po delle Fornaci, si dirigeva a est, attraversava la valle Malipiera e poi il sistema dunoso. Passate le dune, il taglio si immetteva in un canale preesistente detto Gottolo Contarini. Lo scavo così volgeva a sud-est, con un'ansa a gomito, e terminava nella Sacca di Goro. Nel settembre del 1604 l'opera poteva dirsi completata. Il 16 settembre di quell'anno il provveditore Giacomo Zane comunicava a Venezia l'apertura del nuovo alveo. |
GIULIANO ZULIANI (1730-1814), Mappa del nuovo taglio del Po 1604, in BERNARDINO ZENDRINI, Memorie storiche dello stato antico e moderno delle lagune di Venezia e di quei fiumi che restarono divertiti per la conservazione delle medesime, Venezia 1811. P.g.c. Bottega delle Arti di Padova (il nord a destra) |
GIULIANO ZULIANI (1730-1814), Pennelli e sperone in bocca del nuovo taglio del Po, in BERNARDINO ZENDRINI, Memorie storiche dello stato antico e moderno delle lagune di Venezia e di quei fiumi che restarono divertiti per la conservazione delle medesime, Venezia 1811. P.g.c. Bottega delle Arti di Padova |
DOMENICO MARTINELLI, Horologi elementari, Venezia 1669. Rovigo, Accademia dei Concordi |
L'ora del Taglio
II provveditore Giacomo Zane, nel suo dispaccio al Senato Veneto, scrive che il taglio era stato aperto alle ore 19. All'epoca il computo orario, detto all'italiana, partiva dal tramonto del giorno precedente, perciò, considerando che il sole a metà settembre tramonta tra le 18 e le 19, il taglio è stato aperto all'incirca tra le ore 13 e le 14 del 16 settembre.
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BARTOLOMEO CRESCENZIO o GIOVANNI BATTISTA ALEOTTI, Disegno del taglio con lo stato di avanzamento dei lavori, 7 settembre 1602. Venezia, Archivio di Stato (il nord a destra)
Papozze: l'abitato con i lavori del contro taglio di Santa Maria, disegno, 1602. Venezia, Archivio di Stato
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Gian Stefano Donghi, incisione. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea |
La risposta pontificia: il contro-taglio di Santa Maria e il taglio "Donghi"
Nel settembre del 1600 la Santa Sede aveva tentato di ostacolare i lavori con un controtaglio detto di "Santa Maria", tra Papozze e Santa Maria in Punta, allo scopo di immettere la maggior parte delle acque del Po Grande nel ramo di Ariano, ma fu un insuccesso. Nel 1647 il cardinale Stefano Donghi, legato pontificio a Ferrara, fece attuare una rettifica all'incile del Po di Ariano. Questo lavoro, peraltro fallito, è detto taglio Donghi o cavo Contarini, perché eseguito sui beni di questa famiglia veneziana, proprietaria di terreni nella bonifica ferrarese.
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ALBERTO PENNA, Il Po delle Fornaci e quello d'Ariano col Taglio detto Contarino. Principiato e non perfetto l'anno MDCXXXXVII, disegno, 1658 in Atlante del Ferrarese. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea (il nord a sinistra) |
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Lavori continui
I lavori per la deviazione del Po non si esaurirono nel 1604, ma proseguirono per oltre cento anni. Nel 1612 fu chiuso il Po di Tramontana. Nel 1630 le acque del tratto terminale del "taglio" furono fatte defluire nel ramo della Donzella. Nel 1648 fu sbarrato il Po delle Fornaci. Alla fine del XVII secolo il ramo deltizio principale diventò quello del Po di Maistra. Nel 1721 fu osservato che il prolungamento del nuovo corso aveva causato l'innalzamento del letto del fiume, con pericolo di esondazioni. Nel 1725 una rotta nel Taglio, nell'ansa di Contarina, provocò una disastrosa inondazione.
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Rotte nel Delta, sec. XVIII. Rovigo, Accademia dei Concordii |
A. MANESSON MALLET, Les travaux de Mars, Parigi 1689 |
GIOVANNI BATTISTA ALEOTTI, Polesine d'Ariano col Taglio e le alluvioni, 1611. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea |
GIOVANNI BATTISTA ALEOTTI, Mesola con il taglio di Porto Viro, disegno, c.a. 1613. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea (il nord a destra)
Settore del Po della Fornase con Taglio Novo, 1615. Venezia, Archivio di Stato |
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